Recensione a:
Tindaro Gatani, La Svizzera prima della Svizzera,
Arti grafiche palermitane, Zurigo 2014, pp. 192
Premessa
Dagli Elvezi, alla dominazione romana, fino agli Alemanni, dal Regno dei Burgundi, al Sacro Romano Impero ed al giuramento del Rütli: una carrellata di eventi precedenti alla nascita del primo nucleo nazionale svizzero del 1291 che ci offre questo interessante libro di piacevole lettura di Tindaro Gaetani. Tra le righe si colgono alcuni elementi che ancora oggi definiscono il fattore umano svizzero e ne determinano il ruolo di soggetto geopolitico sorto a cavallo tra Europa centrale e meridionale.
Un popolo di guerrieri dominati da Roma
Inizia con la storia dei temibili Elvezi e dei loro epici scontri con l’esercito romano di Caio Giulio Cesare di stanza in Gallia, la storia delle popolazioni stanziate sul territorio (o parte di esso) dell’attuale Confederazione Elvetica.
Le iniziali dure sconfitte inflitte ai legionari del più famoso condottiero della storia di Roma hanno tramandato ai posteri la fama di grandi guerrieri del popolo degli Elvezi, antenati degli attuali abitanti della Svizzera.
Prima di essere sconfitti da Cesare e da Caio Mario, gli Elvezi furono una costante minaccia per le truppe di Roma. Il loro destino è bizzarro perché proprio i Romani, caduti vittima delle loro incursioni nella Galla Cisalpina e Transalpina, li sconfissero e rispedirono indietro a rioccupare ed urbanizzare le terre dell’attuale Svizzera occidentale (tra il Lago Lemano e lo Jura). Il loro condottiero Divicone, li aveva infatti obbligati a fare terra bruciata alle loro spalle distruggendo case e averi per indurli alla conquista di nuovi territori ed all’inevitabile scontro con Roma.
Parte da qui l’interessante libro di Gaetani che accompagna il lettore attraverso le vicissitudini dei popoli che abitarono la Svizzera prima della fatidica data del 1. agosto 1291. Il 01 agosto di quell’anno si colloca per convenzione la nascita del nucleo originario della Confederazione attraverso il patto della prateria del Rütli sul Lago dei 4 cantoni tra i 3 territori originari di Svitto, Untervaldo e Uri.
“Stato cuscinetto” tra civiltà e barbarie
Entrata nella sfera d’influenza della Roma imperiale il territorio abitato dagli Elvezi, venne usato dalla Roma di Augusto come area cuscinetto per arginare le incursioni degli indomabili popoli germanici a nord di Costanza.
Per rafforzare quindi il territorio, i Romani incoraggiarono la vocazione guerriera e mercantile di questi territori di passaggio tra Nord e Sud Europa, garantendo sconti fiscali alle popolazioni locali, incoraggiando gli Elvezi a combattere per Roma a difesa dei loro territori dalla pressione germanica, fortificando alcune città divenute piazzeforti militari strategiche su cui far stanziare le legioni e favorendo l’immigrazione di altre popolazioni dell’Impero per rendere più ricche e floride le città favorendone i commerci.
L’importanza militare del territorio elvetico aumentò sotto Claudio e Vespasiano all’aumentare della minaccia da Nord; Vespasiano rese l’Elvezia colonia romana e creò un importante piazzaforte militare ad Aventicum (odierna Avenches vicino Friburgo) capitale dell’Elvezia romana.
L’Impero si cristianizza: l’epopea della Legione Tebana in Svizzera
Appassionante, inoltre, il racconto di Gaetani sulle vicende che colpirono la Svizzera all’inizio del periodo tardo imperiale in cui gli Imperatori non riuscirono a frenare il crescente processo di cristianizzazione delle truppe, specie quelle di stanza in oriente.
Una di queste, la legione tebana alla fine del terzo secolo venne inviata al di là delle Alpi al comando del generale Massimiano sotto l’Imperatore Diocleziano per arginare la pressione di Quadi e Marcomanni sul Limes settentrionale. La Legione è rimasta nota nella storia del Cristianesimo perché dopo aver concluso brillantemente le operazioni militari, si rifiutò di eseguire l’ordine di perseguitare e uccidere le popolazioni del Vallese per essersi convertite al Cristianesimo: molti dei legionari, infatti, incluso il loro comandante Maurizio, divenuto poi nell’agiografia cristiana San Maurizio, erano già convertiti al cristianesimo ed erano in maggioranza egiziani copti. Il rifiuto porto ad una doppia decimazione.
La popolarità di Maurizio (divenuto San Maurizio nel Mondo cristiano) fu tale che la sua spada venne usata per incoronare gli Imperatori durante tutto il Sacro Romano Impero e poi dell’Impero Austro-Ungarico fino al 1916.
Burgundi e Alemanni: il sodalizio originario (?)
Nel Tardo Impero con il progressivo cedimento militare di Roma e la progressiva “de-romanizzazione” dell’esercito a fronte di una crescente presenza barbara, anche la Svizzera fu coinvolta nelle vicende militari di Roma impegnata fino allo stremo, insieme a Bisanzio, a contenere le invasioni di Unni e Vandali, servendosi di alleati e truppe germaniche romanizzate.
Nota è l’epopea del grande generale romano Ezio di origine germanica che dopo una sofferta vittoria contro Unni e Vandali ai Campi Catalunici nell’anno 451, fu costretto ad acconsentire lo stanziamento all’interno dei confini dell’impero di popoli barbari che si erano battuti con Roma a difesa dei territori dell’Impero: fu il caso dei Burgundi che si stanziarono nella Svizzera occidentale attorno al Lago Lemano, fino allo Jura.
I Burgundi di origine scandinava si insediarono in un’area che divenne un soggetto geopolitico di grande importanza (il Regno dei Burgundi appunto) a cavallo della fine dell’Impero Romano d’Occidente e che si romanizzò nelle sue istituzioni fondendosi pacificamente con le popolazioni romane già presenti sul posto.
La storia dei Burgundi si interseca con quella dei Franchi, altra popolazione barbara prima sconfitta e poi soggiogata da Roma attraverso l’integrazione nell’Impero, che prenderà presto il sopravvento dopo la caduta dell’Impero, invadendo a più riprese la Svizzera fino ad occupare vaste zone degli attuali Grigioni.
Furono i Franchi a scegliere Lutetia (Parigi) come loro Capitale e ad adottare il Cristianesimo sottomettendosi al Vescovo di Roma, diffondendo il mito fondativo dell’origine divina della popolazione franca.
Se la storia della Svizzera occidentale viene sempre più plasmata dalla presenza franca, la Svizzera orientale e centrale cadrà, a partire dalle prime invasioni di fine del terzo secolo, fino alla definitiva ritirata di Roma nel quinto secolo sotto l’influenza degli Alemanni, noti per essere un conglomerato di tribù germaniche (Alle Männer), prima stabilitosi a Costanza, in alleanza con gli Svevi, e poi dilaganti in tutta l’attuale Svizzera tedesca fino al Gottardo.
Anche qui vi fu un parziale processo di romanizzazione finché nel settimo secolo non scomparirà ogni traccia di Roma dalla Svizzera e la cultura germanica degli Alemanni avrà la meglio.
L’indole del popolo alemanno era stanziale e pacifica: l’aggressione contro Roma fu infatti dettata più dalla spinta alle loro spalle di altre popolazioni barbare che da una vera indole guerriera.
Fu lo spirito laborioso ed amante dei piccoli centri che animò questo popolo nella costruzione della sua nuova Patria e la ricerca di alleanze e modus vivendi pacifici con i popoli confinanti per lo più di stirpe germanica.
Alle radici del fattore umano svizzero
Una prima radice di identità svizzera sembra quindi nascere da questa anomala convivenza (ed a tratti alleanza) tra popolazioni scandinave romanizzate fortemente influenzate dai Franchi (i Burgundi) e popolazioni germaniche in fuga dalla guerra (gli Alemanni).
Un sodalizio che dovette subire a lungo la dominazione franca poi venne inghiottito dal Sacro Romano Impero e sviluppò un tratto culturale tipico delle terre di passaggio (in questo caso tra Germania e Italia) pacifico e laborioso. Un sodalizio che si dimostrò molto geloso di una sua peculiare autonomia culturale ed economica che già Roma gli aveva concesso.
Il mito del patto fondativo: nascita di un soggetto geopolitico?
Su queste premesse storiche nasce il patto del Rütli tra i rappresentanti dei tre territori di Uri, Schwyz e Unterwalden (i tre “cantoni originari”) che si promisero in quell’occasione reciproca difesa dagli abusi della casata degli Asburgo e non prima di aver ottenuto il benestare dell’Imperatore: un caso di elementare grammatica geopolitica che consiglia sempre le potenze minori di allearsi con la grande potenza più lontana per arginare quella più vicina.
Dal 1° agosto 1291 in poi è storia ufficiale della Svizzera è più nota ma forse meno interessante di quella che Gaetani con il suo libro “La Svizzera prima della Svizzera” edito da Arti Grafiche Palermitane e distribuito dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, ci racconta, per comprendere le radici del fattore umano svizzero.

