Domanda 1
Chi è il mio cliente?
Domanda 2
Il mio cliente si trova solo all’estero?
Domanda 3
Dov’è il mio cliente ?
Se le risposte alle prime due domande mi continuano a far pensare che esportare sia un must, dovrò decidere dove andare ad esportare : in quali Paesi? Su quali mercati all’interno di questi Paesi?
Spesso nel dibattito mediatico si parla di « mercati » come di un’entità indistinta in cui si parla inglese : un entità omogenea e grande che si trova fuori dai nostri confini dove si pensa di poter arrivare comprando un biglietto aereo e con un inglese stentato.
L’ « Estero » è spesso complesso e vario, fatto di differenze culturali, linguistiche, diversi livelli di sviluppo e preferenze molto diverse.
Dire che « il nostro prodotto viene molto apprezzato all’estero » ha poco significato : probabilmente il prodotto sarà apprezzato in quei due o tre mercati (magari tutti centro-europei) in cui l’azienda è solita esportare ma non significa che possa riscontrare lo stesso successo su mercati asiatici o sud americani o in Scandinavia e nei Paesi Baltici.
È importante quindi mappare la presenza dei propri clienti nel Mondo e capire quali possano essere i mercati prioritari da aggredire, scegliendo magari un mercato pilota, sul quale sperimentare un’attività di esportazione fino in fondo, prima di impegnarsi orizzontalmente e con grande dispendio di risorse su più mercati.
Conviene quindi selezionare e concentrare le risorse sui mercati dove :
- i miei clienti sono presenti con maggiore densità ;
- i miei clienti hanno un potere d’acquisto in linea con il prezzo del mio prodotto ;
- esigenze tecniche legate allo sviluppo tecnologico o al quadro legislativo (se si tratta di un bene strumentale), oppure i gusti del consumatore (se si tratta di un bene di consumo) siano tali da favorire l’acquisto del mio prodotto.
Domanda 4
Il mio prodotto risponde alle esigenze del cliente del mercato estero di riferimento ?
L’alta densità di clientela potenziale, ricca e propensa all’acquisto o all’investimento non è garanzia di successo. È probabile infatti che in quel Paese la mia clientela potenziale che risponde in pieno al profilo del mio cliente locale, sia abituata a soddisfare il bisogno cui risponde il mio prodotto servendosi di beni succedanei ovvero sostitutivi della funzione svolta dal mio. Se così fosse quindi, cosa devo fare per convincere i clienti a sostituire il prodotto locale cui sono fidelizzati con il mio?
- Marketing e attività promozionali ?
- Assistenza tecnica gratuita?
- Adattare il mio prodotto alle esigenze locali diversificando la mia produzione da Paese a Paese ?
Sarà sufficiente una campagna promozionale per indurre il consumatore a sostituire il suo consumo/acquisto abituale con la mia offerta , oppure dovrò cercare di capire quali caratteristiche intrinseche il mio prodotto debba cercare di avere per soddisfare al meglio i bisogni della clientela locale? Sono pronto a modificare il mio prodotto per questo? O rischio di snaturarlo?
La mia azienda può sostenere una strategia di diversificazione del prodotto a seconda dei paesi e dei segmenti di clientela e quindi una struttura dei costi ed una gestione più complessa?
Domanda 5
Conosco la concorrenza locale ?
Domanda 6
La mia organizzazione è pronta per trattare con clienti esteri ?
- l’assenza in azienda di un manager che abbia allo stesso tempo conoscenza del prodotto, capacità di decidere e competenza linguistica;
- la mancanza di un contatto costante, di una persona di riferimento stabile cui il cliente possa fare riferimento in azienda e di cui si possa fidare;
- la scarsa cura della supply chain ed in particolare degli aspetti legati alla consegna ed al trasporto del prodotto, al regime doganale ed ai regolamenti in vigore nel paese di destinazione;
- la scarsa conoscenza del quadro normativo del paese in cui si vuole esportare;
- scarsa attenzione per i servizi tecnici di assistenza after sales;
- la scarsa consapevolezza del fatto che sia necessario accantonare sufficienti risorse per gestire eventuali attività collegate al progetto di esportazione:
- una campagna promozionale;
- attività commerciali di ricerca e contatto con i clienti;
- politiche di prezzo aggressive che consentano per un periodo di vendere ad un prezzo di entrata non remunerativo fino all’affermazione del prodotto sul mercato.
Domanda 7
Ne vale la pena ?
È possibile che nessuna risposta alle 6 domande precedenti abbia un esito chiaro e che ogni domanda comporti per l’azienda un processo di adeguamento per rendersi pronta ad esportare (fit for export).
È possibile invece che solo la sesta domanda evidenzi delle lacune di carattere organizzativo cui porre rimedio. In entrambi i casi saranno necessari degli investimenti in termini di tempo, personale, gestione e forse anche finanziari che rischiano di pareggiare o superare i ritorni in termini di fatturato aggiuntivo generato dall’export.
Si potrebbe ad esempio creare una tabella che sommi, da un lato tutti i costi stimati generati dagli adattamenti che l’analisi delle 6 domande rende necessari e, dall’altro, i ritorni stimati in termini di fatturato aggiuntivo: il rapporto tra queste due stime ci aiuterà a valutare se la decisione di esportare sia conveniente o meno.
Stiamo immaginando insomma una sorta di « indice ROEI » (Return on export investment) dato dal rapporto e ritorni aggiuntivi di fatturato attesi al numeratore e risorse investite per internazionalizzare al deniminatore. Se il rapporto sarà maggiore di 1, il gioco vale probabilmente la candela.

